Nulla o male è stato tramandato della esperienza della donna: sta a noi riscoprirla per sapere la verità (Rivolta Femminile, Roma, luglio 1970)

martedì 14 giugno 2011

Il caso Amina Abdallah

Oramai mi sembra che in rete e anche nei quotidiani non si parli d'altro, ovvero che la blogger siriana rapita qualche giorno fa a Damasco (e che teneva un blog dal titolo A Gay Girl of Damascus) in realtà non esiste, perché dietro questo nome si celerebbe un uomo, Tom MacMaster.
In realtà a me l'articolo scritto da Amina (pardon! Tom) e che era stato tradotto in italiano, dal titolo Pinkwashing Assad?, mi era piaciuto molto, era veramente femminista e antirazzista, e non capisco tutta questa alzata di scudi contro quello che viene definito un millantatore in cerca di notorietà. In fondo in rete (da sempre) veine rivendicato il fatto di creare dei nick e di poter assumere l'identità che si vuole (anch'io per esempio non mi chiamo Rosetta, mi piaceva solo la canzone). Anziché fare delle considerazione che magari non farebbero altro che ripetere cose già dette vi segnalo link che mi sembrano interessanti su questo argomento così ognuno di voi può farsi un'idea e ragionare con calma:

Anzitutto il blog A Gay Girl in Damascus che ora ha cambiato nome e si chiama A Hoax (per chi non sa l'inglese significa scherzo, beffa):
http://damascusgaygirl.blogspot.com/
Mi è piaciuto un articolo di ieri dal blog Marginalia dove mi sembra interessante anche la discussione nei commenti:
http://marginaliavincenzaperilli.blogspot.com/2011/06/amina-abdallah-ieri-radio-blackout.html
E poi penso che bisognerebbe leggere l' articolo che citavo prima, Pinkwashing (scritto come sembra non da Amina ma da Tom nel blog qualche tempo fa e che è stato tradotto in italiano):
http://www.infoaut.org/blog/femminismoagenders/item/1683-pinkwashing-assad

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