Nulla o male è stato tramandato della esperienza della donna: sta a noi riscoprirla per sapere la verità (Rivolta Femminile, Roma, luglio 1970)

giovedì 31 marzo 2011

Veganfest: moda o stile di vita?

Ad aprile ci sarà un altro Veganfest (le informazioni le trovate qua), da una parte sono contenta perché penso che è importante che lo stile di vita vegan diventi sempre più diffuso (parlo di stile perché appunto come ho spiegato tante volte non si tratta solo di quello che mangi, ma di tante altre cose, un modo di approcciarsi alla vita diverso, l'unico per chi si professa non sessista, non razzista e antifascista). Allora da una parte come dicevo sono contenta, dall'altra mi sembra che stia diventando solo una moda, si organizzano queste cose anche per fare soldi, tanta gente ci va ma non perché ci crede veramente (infatti magari non mangiano la bistecca ma poi hanno la borsa di pura pelle di coccodrillo). Non son cosa ne pensate voi, comunque visto che in quella data sarò in zona farò un salto a vedere

lunedì 28 marzo 2011

Una guida del governo contro il linguaggio sessista!In Messico però, non in Italia...

Il governo messicano ha varato una guida per bandite dal linguaggio corrente il sessismo. Il ministero dell'Interno messicano sta distribuendo a tutti i lavoratori la guida, per ridurre l'uso sessista della lingua nel paese che da molti viene indicato come un paese di "machisti" (ma giusto perché non conoscono l'Italia). Il manuale è stato scritto dal Conavim, che è una commissione nazionale creata per prevenire e sradicare la violenza contro le donne (si è occupata anche dei femminicidi a Ciudad Juarez). Sono state vietate infatti anche le frasi "sul possesso", come per esempio "la donna di Pedro" (formula usatissima anche nella lingua corrente italiana), riconoscendo il fatto che è proprio questa idea di possesso del corpo (e della vita) delle donne che è alla base della violenza sessista . E in Italia quanto tempo dovremmo aspettare ancora?Dovremo andare in Messico per procurarci la guida da regalare ai colleghi di lavoro simpatici? ("simpatici" è ironico e ogni riferimento a fatti avvenuti è voluto).


venerdì 25 marzo 2011

Vegan blog!

Vi avevo già segnalato Vegan blog?Noooooo? Allora lo faccio ora, ultimamente è la mia fonte di super ricette per cenette a lume di candela:)

sabato 19 marzo 2011

Sull'Unità d'Italia

Anche se il 17 marzo è passato i festeggiamenti per l'Unità d'Italia andranno avanti per tutto il 2011, aiutoooooooooooooooo! Ci prepariamo a sopravvivere leggendo articoli che criticano il nazionalismo di cui gronda questa ricorrenza (povero Garibaldi! a me mi stava pure simpatico). Mi è piaciuto molto perché offre tanti spunti per mettere in moto le cellule celebrali il post che ho letto qualche giorno fa in Marginalia, che poi rinvia a tanti altri articoli. Insomma siamo in parecchie (e anche parecchi) a denunciare queste celebrazioni (partendo da presupposti diversissimi da quelli della Lega! Specifico perché oggi ho avuto a questo proposito una discussione allucinante mentre ero in fila al supermercato). Che poi chi è disoccupat* o senza documenti cosa avrà mai da festeggiare?

Ecco l'articolo:

Oltre all' allergia alle mimose rivendichiamo, come noto, anche quella a "Dio, patria e famiglia". E questa primavera - dopo il presagio dell'otto marzo delle donne italiane tutto fiocchi rosa e uteri per la patria - si delinea, per noi, sempre più spiacevole e desolante grazie all'ondata inarrestabile delle celebrazioni per i 150 anni dell'unità d'Italia. Dopo le mimose ora è tutto un fiorire di discorsi sulla nazione e l'italianità, tutto uno sventolare di bandiere tricolori, di vetrine colme di "edizioni speciali anniversario", faccette di garibaldi-l'eroe-dei-due-mondi e Cavour (Camillo Benso, bien sûr) che ci osservano un po' accigliati da scatolette di mentine e biscotti, bottiglie di vino, calzini e mutande. A dimostrazione che nulla (gesto, parola, cosa ...) è "casuale" nell'odierna società dello spettacolo, nella paccottiglia del business celebrativo c'è anche la carrozzina-bandiera (verde, bianca e rossa - ovvio) per portare a spasso, immaginiamo, gli attesi frutti degli uteri per la patria, i piccole/i italiane/i doc (degli altri ... chissenefrega). Una cacofonia insopportabile, al ritmo dell'inno di Mameli. Per consolarci (e sentirci meno sole) a sera rileggiamo, prima di addormentarci, Alberto Maria Banti che distrugge l'osannato discorso del neo-nazionalista Benigni a Sanremo, andiamo a lavorare all'alba canticchiando la versione in rosa dell'inno e sputiamo anche noi (correndo il rischio della semplificazione) "su Hegel, su Garibaldi, sull’unità d’Italia" insieme a chi, di questa benedetta unità, sottolinea anche gli aspetti meno "gloriosi", lo sfruttamento e i massacri di una vera e propria "impresa coloniale" del "nord" contro il "sud" (lo ricordavamo anche in Miti e smemoratezze del passato coloniale italiano). Di questo passato restano ancor oggi delle scorie, anche tra "donne" (le "donne italiane" del famoso appello per il 13 febbraio). Un frammento curioso che vi lasciamo senza commenti, è una lettera (firmata) di una "donna di Napoli" residente da più di dieci anni in una città del centro nord "dove sono nati e cresciuti i miei quattro figli". La lettera, che vi trascriviamo, è stata pubblicata dal quotidiano La Repubblica proprio l'8 marzo di quest'anno: "Ero in un negozio e mentre misuravo un capo, una madre consigliava alla figlia quale vestito scegliere: "questo ti sta bene", "questo no", "questo è fine" e infine " questo è bello, ma ha un colore da meridionale". Mi sono affacciata per guardare la "signora" ma ero cosi indignata da non riuscire a pronunciare una parola. Dopo qualche minuto mi sono avvicinata con un sorriso e, precisandole di essere napoletana, le ho chiesto di indicarmi qual era il vestito con i colori da meridionale. Lei, con lo stesso sorriso nel dirmi che non era una affermazione offensiva perché aveva origini calabresi, mi accompagnava allo stand e, nel non trovarlo, commentava che era talmente bello che l'aveva già preso qualcun altro. Certo, ho detto, bello ma col colore da meridionale".

martedì 8 marzo 2011

Otto marzo

Mi chiedo: essendo questo un blog quasi femminista devo scrivere per forza un post per l'otto marzo?